La tendenza generale del mondo è quella di fare della mediocrità la potenza dominante”.

Leggendola d’impatto, si potrebbe pensare a questa frase come al contenuto di un post di facebook, datato aprile 2017. Invece no. Lo scrisse John Stuart Mill, filosofo ed economista britannico, un secolo e mezzo fa (Sulla libertà, 1859).

La forza dilagante della mediocrità risiede in effetti nella sua stessa capacità camaleontica di adattamento indefinito ad un’idea che sia comunemente accettata, non necessariamente corretta o verificata, semplicemente comune. Se volessimo definirla con un colore, sicuramente la tavolozza dei grigi sarebbe da porre in primo piano: una grigia mediocrità che vive grazie al bianco e al nero ma non si identifica nettamente né con il primo, né con il secondo.

Ci si potrebbe chiedere “perché demonizzare questa entità grigia che non fa male a nessuno!?” La risposta sta negli effetti che essa determina: standardizzazione del pensiero, del comportamento comune, della vivacità, della fantasia, della libera capacità di differenziazione. Pensare in maniera mediocre vuol dire restare all’interno dei propri canoni cristallizzati, dentro la propria area di comfort, che tanto ci protegge e tanto ci distrugge. All’interno di un mercato sempre nuovo, dinamico e veloce pensare al di fuori degli schemi, delle nostre stesse barriere, significa dare a noi stessi una nuova possibilità nel mondo del divenire che quotidianamente viviamo e che attivamente dovremmo contribuire a rendere migliore.

Dentro il macrosistema del business, essere “mediocri” equivale a fare le cose nel mondo in cui le abbiamo sempre fatte, anche quando ci rendiamo conto che i risultati ottenuti non siano di alto livello, tuttalpiù, scarsamente sufficienti: la sufficienza è la morte della bellezza, una linea piatta che tende all’infinito, verso il grigio della mediocrità che la alimenta. Dai tentativi, dalle prove e dagli errori nascono progetti nuovi, iniziative fuori dal comune che rappresentano la volontà di porsi attivamente nei confronti della società e del proprio mercato di riferimento. Prodotti simili, aziende simili, clienti simili: questo lo scenario che ci si prospetta quotidianamente. Il trucco sta proprio qui.

 

Ci si deve porre degli obiettivi che siano specifici, misurabili, ambiziosi, raggiungibili e tempificati: in una parola, SMART. Questo è il giusto approccio, il vero antidoto alla mediocrità, all’abitudine e alla rassegnazione passiva. In fondo come diceva un certo Albert, “I grandi spiriti hanno sempre trovato la violenta opposizione delle menti mediocri. La mente mediocre è incapace di comprendere l’uomo che rifiuta d’inchinarsi ciecamente ai pregiudizi convenzionali e sceglie, invece, di esprimere le proprie opinioni con coraggio e onestà”.
(Albert Einstein, Lettera a Morris Raphael Cohen, 1940).

 

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