Carpisa e Motta. La reputazione, il marketing, l’etica.

Cosa c’entrano?  Come si coniugano? Sempre di più quello che facciamo è visibile, con il web tutte le nostre mosse sono pubbliche, proprio per questo motivo, possiamo fare la differenza o fare grandi brutte figure.

In quest’ultima settimana due importanti aziende sono finite nell’occhio del ciclone, rischiando la reputazione, per due operazioni di marketing che hanno fatto: Bauli, proprietaria del marchio Motta e Carpisa.

Analizzo i due casi e racconto, secondo il mio punto di vista, perchè in un caso, Motta, la reputazione è salvaguardata, nell’altro, Carpisa, è compromessa.

Il caso Motta

Motta ha pubblicato una pubblicità di rottura, completamente fuori dagli schemi, la potete vedere qui https://www.youtube.com/watch?v=8lD2OANXqco

La rete si è scatenata, chi pro, chi contro. Io, per la cronaca, sono pro.

Di fatto si tratta di una pubblicità dissacrante, forte ma con un messaggio chiaro: se ti piace compri la mia merendina diversamente amen.

I nostri figli vedono cartoni animati, film e fumetti che sono ben più “poco politicamente corretti” di questa pubblicità, e noi anche, quindi, per me, niente Motta ha fatto una bella operazione di marketing e comunicazione.

E’ una pubblicità commerciale per vendere un prodotto, ha avuto un successo mediatico, nel bene e nel male, di tipo importante ma il messaggio è chiaro. Sarà il mercato a decidere se i ragazzi di Bauli/Motta ci hanno visto giusto o no.

E’ evidente che con questa campagna, l’azienda ha imboccato una strada comunicativa diversa, sconveniente, sicuramente di rottura rispetto alle pubblicità tradizionali a cui siamo abituati, ma non rischia la reputazione.

Il caso Carpisa

Carpisa invece, pubblica un concorso, i cui termini puoi leggere qui http://www.vinciconcarpisa.carpisa.it/var/regolamento.pdf è un concorso, con le sue regole, con i premi, con tutto quello che c’è per partecipare.

Qual è il problema? Il problema, che fa mettere a repentaglio la reputazione di Carpisa è che questo è un modo ruffiano per vendere borsette agendo sulla necessità e la disperazione della gente. Questo è il problema.

E’ vero che in realtà non è una truffa, è vero che è chiaro che l’operazione Carpisa è un concorso a premi, come espone chiaramente il regolamento.

C’è anche scritto che per partecipare non si possono usare le carte regalo ricevute quindi è proprio un concorso, una lotteria.

Si, per partecipare è sufficiente comprare un prodotto Carpisa che può anche costare poco.

Lo so che in tempi di crisi non bisogna fare tanto i sofisticati e questa potrebbe essere un’opportunità per una persona.

E’ anche vero che il premio in palio vale circa 1.500 euro: 500 di stage, vitto e alloggio per un mese. E’ tutto vero ma…

… ma cari ragazzi e geni del marketing di Carpisa: per vendere qualche borsettina in più, non mi sembra corretto svilire così le persone che cercano un lavoro, che hanno studiato per anni e che magari mandano 50 cv al giorno in giro continuando ad essere precari bussando a centinaia di porte.
Il prossimo passo per trovare lavoro, l’evoluzione del recruitment quindi, sarà il gratta e vinci negli autogrill? Insieme a turisti per sempre, milionario in un secondo troveremo i biglietti della lotteria “gioca 5 euro e tenta la fortuna di aver un contratto a tempo determinato di 30 giorni in una fattoria, in una fabbrica con superpremio di 3 mesi alle poste se peschi il jolly?

E quindi?


Mi stai dicendo che per pensare di avere la possibilità di uno stage per un mese, dico un mese, devo sperare di cavarmela tra migliaia di candidati, perché l’idea dell’azienda con questa campagna è vendere migliaia di borse se non decine di migliaia, contribuendo in ogni caso a incrementare il tuo business? Perchè, si, mi stai dicendo questo.

Diverso è se Carpisa avesse messo un vero annuncio di lavoro chiedendo come test di selezione di elaborare quello che effettivamente chiede nel regolamento del concorso, solo che, in questo caso, non avrebbe venduto le borse ma solo investito dei soldi su infojobs o portali simili per cercarsi uno stagista.
Questo non è marketing, è smarketing: questo, scusatemi è sciacallaggio …altro che merendine del buondì Motta.

L’altra settimana Buondimotta è stato trend topic,  oggi il trend topic è Carpisa e se digiti Carpisa su google vedi quello che l’immagine a corredo di questo articolo mostra: non è bello da vedere, certo, l’azienda si è scusata, ben fatto, ma, pensarci prima?

Qualsiasi cosa pubblichiamo in rete è pubblico e ci espone agli altri, gli uffici marketing e comunicazione, secondo me, devono lavorare di concerto facendosi sempre questa domanda: quello che stiamo per fare, che impatto avrà sul pubblico dei nostri prosumer?

Non è semplice, ma si può fare.

Voi cosa ne pensate?

 

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